La prima guerra mondiale, appena terminata, aveva dato un grande esempio agli eserciti di tutto il mondo di come l'aviazione aveva cambiato il modo di fare la guerra. Anche noi Italiani avevamo avuto modo di apprezzarlo, nonostante la carenza di aerei e la disorganizzazione, sia sotto il punto di vista strategico che sotto il punto di vista puramente offensivo era palese che l'aviazione era l'arma del futuro. In Italia questa evidenza era stata sottolineata in occasioni diverse a volte dimostrative, come il Volo su Vienna (9 agosto 1918) di Gabriele D'Annunzio, ma il più della volte sul campo grazie alle vittorie riportate dai nostri assi, uno su tutti Francesco Baracca (9 maggio 1888 - 19 giugno 1919).
Tuttavia, nonostante i fermenti positivi delle alte cariche del Regio Esercito, c'era comunque da specchiarsi con la situazione economica lasciata dalla Grande Guerra nel nostro paese. Per questo e per la mancanza di una reale volontà politica di sviluppare l'arma aeronautica, la nostra aviazione rimase un rango subalterno del Regio Esercito per ancora molti anni.
Tuttavia, nonostante i fermenti positivi delle alte cariche del Regio Esercito, c'era comunque da specchiarsi con la situazione economica lasciata dalla Grande Guerra nel nostro paese. Per questo e per la mancanza di una reale volontà politica di sviluppare l'arma aeronautica, la nostra aviazione rimase un rango subalterno del Regio Esercito per ancora molti anni.
Nel 1923 tramite Regio decreto, e tra mille difficoltà, nasce la Regia Aeronautica. Per gli Italiani è amore a prima vista, grazie anche alla propaganda dell'epoca che fece grande uso di Aeroplani per aquisire consensi, si pensi alle grandi trasvolate come quella di Francesco De Pinedo (16 febbraio 1890 - 3 settembre 1933) da Sesto Calende a Melbourne, a Tokio fino a Roma del 1925. O alla ben più nota Crociera Nord Atlantica organizzata da Italo Balbo (6 giugno 1896 - 28 giugno 1940) per il decennale della Regia Aeronautica e in occasione dell'Eposizione Universale che si tenne a Chicago nel 1933. A bordo di 25 idrovolanti Savoia-Marchetti S55X partirono da Orbetello per raggiungere New York e in seguito Chicago dove i nostri Avieri vennero accolti come Eroi.
Ma vi furono anche imprese sportive a catturare l'attenzione del popolo Italiano, come il record del 1934 di Francesco Agello (27 dicembre 1902 - 24 novembre 1942), a bordo del Macchi-Castoldi MC72 fissò il record di velocità per idrovolanti con motore a pistoni a 709,209km/H (tutt'oggi imbattuto). Un altro primato fu quello del 1938 del Colonnello Mario Pezzi (9 novembre 1898 - 26 agosto 1968) che a bordo del Caproni Ca.161Bis stabilì il record di altitudine per aerei con motore a pistoni a 17.083m (anche questo imbattuto).
Ma vi furono anche imprese sportive a catturare l'attenzione del popolo Italiano, come il record del 1934 di Francesco Agello (27 dicembre 1902 - 24 novembre 1942), a bordo del Macchi-Castoldi MC72 fissò il record di velocità per idrovolanti con motore a pistoni a 709,209km/H (tutt'oggi imbattuto). Un altro primato fu quello del 1938 del Colonnello Mario Pezzi (9 novembre 1898 - 26 agosto 1968) che a bordo del Caproni Ca.161Bis stabilì il record di altitudine per aerei con motore a pistoni a 17.083m (anche questo imbattuto).
Nonostante i successi e la riprovata capacità tecnica dei produttori Italiani, allo scoppio della seconda guerra mondiale la nostra aviazione soffriva di una carenza di mezzi, i nostri CR32 e G50 avevano dato prova del loro valore in Spagna durante la guerra civile, erano buoni aerei, ma erano basati su principi d'altri tempi e ben presto diventarono obsoleti. Sul fronte bombardieri eravamo sicuramente messi meglio: con gli SM79 e i CANT Z1007 già in servizio avevamo alcuni tra i migliori bombardieri intermedi a livello internazionale.
Allo stesso tempo i Macchi MC200 erano ottimi aerei, ma comunque si trovavano spesso in svantaggio nei confronti di apparecchi Inglesi di nuova generazione, anche se questo divario veniva spesso colmato dalle capacità dei nostri Equipaggi. Impegnata su quasi tutti i fronti la nostra aviazione dà una grande prova in Africa settentrionale dove si trova a combattere contro gli Hurricane e nemmeno l'arrivo dei nuovi Macchi MC202, i nuovi caccia veloci e manovrabili anche se ancora scarsamente armati, riesce a fermare il predominio inglese.
Allo stesso tempo i Macchi MC200 erano ottimi aerei, ma comunque si trovavano spesso in svantaggio nei confronti di apparecchi Inglesi di nuova generazione, anche se questo divario veniva spesso colmato dalle capacità dei nostri Equipaggi. Impegnata su quasi tutti i fronti la nostra aviazione dà una grande prova in Africa settentrionale dove si trova a combattere contro gli Hurricane e nemmeno l'arrivo dei nuovi Macchi MC202, i nuovi caccia veloci e manovrabili anche se ancora scarsamente armati, riesce a fermare il predominio inglese.
Nel Mediterraneo i Bombardieri e gli Aerosiluranti contrastarono efficacemente l'azione della flotta Inglese, e anche nei cieli Grecia i nostri Piloti dovettero battersi per contrastare l'avanzata delle forze Alleate. Allo stesso tempo furono tentati più volte inefficaci attacchi all'isola di Malta che veniva considerata la vera spina nel fianco alla conquista dell'Africa Settentrionale da parte dell'Asse.
Intanto in Belgio venne costituito il Corpo Aereo Italiano composto da caccia CR42 e G50 e bombardieri BR20 e CANT Z1007Bis, allo scopo, molto più propagandistico che strategico, di aiutare i Tedeschi ad ottenere la supremazia area sulla Manica e quindi sull'Inghilterra.
Intanto in Belgio venne costituito il Corpo Aereo Italiano composto da caccia CR42 e G50 e bombardieri BR20 e CANT Z1007Bis, allo scopo, molto più propagandistico che strategico, di aiutare i Tedeschi ad ottenere la supremazia area sulla Manica e quindi sull'Inghilterra.
Il precipitare degli eventi coincise per noi con la produzione di alcuni dei migliori aeroplani della seconda guerra mondiale, aerei come il Macchi MC205V, il Fiat G55 e G56, il Reggiane Re2002 e Re2005, il Piaggio P108 e il CANT Z1018 non riuscirono a contrastare l'avanzata degli alleati perchè non furono schierati in tempo per risultare decisivi.
Dopo l'Armistizio nell'Italia divisa in due la Regia Aeronautica si scisse anch'essa formando una forza aerea che puntava a contrastare l'avanzata degli Alleati sul suolo Italiano al servizio della Repubblica di Salò chiamata Aeronautica Nazionale Repubblicana (ANR), e l'Aeronautica Cobelligerante Italiana (ICBAF) che operava al fianco degli Alleati per liberare l'Italia dalle forze Tedesche. Quest'ultima fu riequipaggiata anche con mezzi Alleati provenienti dai vari paesi, come i P39 Americani o gli Spitfire Inglesi.